Segui i mattoni gialli…

gennaio 5, 2011

No non ho intenzione di recensire il mago di oz! Infatti in questa Night, Platform Night mi appropinquo a parlare di un gioco che trascina il suo protagonista nella disperazione, e nella pazzia; e vista la difficoltà del gioco anche chi si siede dinnanzi al monitor non è messo meglio; ma veniamo alle presentazioni: eversion è una piccola gemma diabolica, infida, disturbante e dannatamente complicata; detto ciò scendiamo nel dettaglio.

La grafica, pur essendo curata è figlia del periodo 8-bit (non che sia un male) e questo unito alla trama, se così la si può chiamare, porta ad avere la sensazione di giocare a Super Mario Lovecraft, sensazione che aumenta con la musica tipicamente midi di sottofondo.

I controlli sono usabili, il motore è decente (anche se da alcuni problemi in caso di input simultanei), l’unica cosa è che vi farà venire l’artrite alle mani per la sua difficoltà.

Detto ciò è consigliato a tutti gli appasionati dalla grande abilità (ho già detto che è estremamante difficile?

http://zarat.us/tra/offline-games/eversion.html


Carne fresca!!!

gennaio 5, 2011

Vendesi Carne fresca, prezzi modici!! no non sono impazzito, non ancora almeno; cio di cui vi parlerò oggi è uno dei giochini più difficili ed assimilabili a droga ch’io abbia provato negli ultimi tempi; il suo nome è Boy, Super Meat Boy.

Il gioco è strutturato come un platform rapido ed incisivo (di rado la soluzione di un livello supera i 10 secondi), tuttavia non significa che sia facile, capita infatti di riprovare per un buon 20 minuti un livello che alla fine si risolve in 5 secondi dal respawn; detta così sembra frustrante, e lo è solo molto meno di quello che si pensi.

La grafica è molto curata, nonostante la bidimensionalità in questi giorni fa storcere il naso, il motore è ben fatto, ed inoltre vi sono presenti degli ospiti da vari videogames (ad exemplum l’headcrab di half-life).

Menzione d’onore merita il comparto audio, molto curato e con una colonna sonora spettacolare dal gusto retrò che vi farà urlare “Si 8-bit sono più che sufficenti!” (Nota, la colonna sonora non è a 8-bit, è solo che mantiene il fascino delle musiche tipicamente elettronice da platform dell’epoca).

Da giocare ASSOLUTAMENTE, Mario al confronto sembrerà un vecchietto con l’artrite…

http://www.supermeatboy.com/


Welcome to the mansion….

settembre 16, 2010

Nel mondo immenso dei videogiochi, esistono infiniti generi, azione, avventura, ruolistici, fantascienza, … ; ed ovviamente tra questi generi è presente anche il genere horror, che pur contando numerosissimi titoli, ha il difetto che i degni esponenti si contino sulle dita di una mano …. monca. Ebbene una piccola software house svedese ha sfornato di recente un gioiello, in grado di competere con i primi due Alone in the Dark; un gioco dal sapore decisamente lovecraft-iano; sto parlando di Amnesia: The Dark Descent sviluppato da Frictional Games.

Dato che rivelare la trama, sarebbe snaturare il gioco stesso; in quanto come è stato dimostrato negli anni solo l’immedesimazione e il vivere in presa diretta portano un gioco horror ad elevarsi dalla melma; mi limiterò ad elencare il comparto tecnico e a dare le mie impressioni soggettive.

Innanzitutto un plauso va a questo developer in quanto pur essendo un piccolo studio hanno saputo creare un loro motore, il quale risulta calzante e ben performante; l’HPL Engine in questa sua seconda iterazione, pur non avendo grandi requisiti hardware, fornisce una qualità grafica seppur non eccelsa, impeccabile.

Il gioco risulta ben misurato, portando il giocatore ad una totale immersione; gli ambienti tetri, la mancanza di luce e l’inesorabile sprofondare nella pazzia del vostro ego, cosa che posso garantire lascia una sensazione di brividi dietro al collo, vi accompagnano lungo una strada lastricata di enigmi non banali e di note lasciate da Daniel, ovvero il vostro precente io.

Se siete “appassionati” di giochi horror e ancora credete che Silent Hill, Resident Evil o l’ultima iterazione di Alone in the Dark siano horror, lasciatevi disilludere da questa perla d’oscurità e follia; mentre se ancora ricordate con nostalgia le atmosfere disturbate di Dreamweb o la totale ed opprimente solitudine del primo inimitabie Alone in the Dark, forse è giunto il tempo di calarvi nella pazzia ed oscurità di Amnesia, e vedere se la vostra esperienza serve ad evitare di sentire quel brivido a fior di pelle chiamato paura.


L’apice del cattivo gusto

settembre 2, 2010

Penserete che in virtù del titolo dirò peste e corna di qualcosa, tuttavia vi sbagliate (seppur solo in parte); veniamo a ciò di cui intendo parlare: Mafia II, videogioco controverso, ambientato nell’america degli anni 40.

Partiamo dalle cose positive: La storia è ben strutturata, nonché ben scritta, e porta a vedere luci ed ombre di una vita criminale che altrimenti risulterebbe idealizzata e perfetta; il comparto grafico è veramente ottimo, con effetti luce molto realistici, nonostante rimanga la difficolta nel disegno di personaggi non plasticosi o cartonosi; l’audio è molto curato, sia negli effetti che nella colonna sonora, che nelle radio che trasmettono brani d’annata.

Le pecche inizano a vedersi nella struttura, infatti pur volendo sembrare un gioco sandbox (come ad esempio GTA) esso è puramente guidato dalla storia; se vi aspettate che la parte sandbox sia profonda anche solo un decimo rispetto a GTA disilludetevi (in compenso la storia è 3 spanne sopra quella di GTA4); in alcuni punti i checkpoint sono forse troppo radi causando la ripetizione costante di alcune fasi.

Dulcis in fundo, come si suol dire, infatti i ragazzi dell ex Illusion Softworks hanno avuto la brillante idea di chiamare uno dei boss mafiosi per i quali lavorerete per buona parte del gioco con il cognome di uno degli eroi della lotta antimafia, e mentre Giovanni Falcone si fece ammazzare nel tentativo di debellare la mafia, gli sviluppatori hanno creato Carlo Falcone quale uno dei boss più spietati di Empire Bay (Ma con tutti i cognomi italici che ci sono dico io).

Detto ciò ad esclusione del pessimo gusto (o dell’ignoranza maxima) degli sviluppatori e dei minuscoli difetti, Mafia II risulta un ottimo gioco.


*

luglio 30, 2010

*?!?!? E che razza di titolo è *?!?!?!? Ci stai forse a pigliare per i fondelli?!?!?

Beh come insgegna qualsiasi Shell che si rispetti, * è un carattere polivalente, comunemente chiamato Wildcard; questo dato unito al tag "Books" del post dovrebbe farvi intuire che è dell’ultimo libro edito in Italia, di un certo George R.R. "Endless-dance" Martin (Se non vi è chiaro l’Endless-dance, cercate informazioni riguardanti le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco), dal titolo Wild Cards : Le Origini.

In tale universo narrativo il mondo è stato colpito da un virus alieno, solo che a differenza del filone post-apocalittico nonché kenshiro-esco venuto in auge in questo periodo, l’umanità non viene trasformata in zombie; semplicemente a causa del virus ciascuno "pesca una carta": coloro a cui in sorte tocca la Regina Nera, vincono una morte orribile, coloro che pescano una carta vuota non vincono nulla, chi pesca un due ottiene poteri pressoché inutili, e infine ci sono coloro che pescano il Joker e vengono trasfigurati in abominazioni emarginate dal mondo, e coloro che pescano l’Asso; uomini che possono rivaleggiare tranquillamente con i supereroi Marvel.

L’intreccio è costruito da numerosi racconti che posti a mosaico narrano di questo mondo, nato durante le partite ad un gioco di ruolo tra i diversi autori; e il risultato è un volume molto interessante, sicuramente consigliato ad un pubblico non-infantile.

In conclusione questo libro, primo di una serie, racconta con maestria l’infezione e i cambiamenti sociali, fisici e psicologici da essa causati, sia in coloro che pescano "una carta premio", sia in coloro che nulla han vinto a questa macabra lotteria; le carte ora sono pronte, il mazzo è mischiato, avrete il coraggio di pescare una carta?


Come perdere 2 anni per fare il lavoro di 3 giorni..

giugno 18, 2010

Eccoci qua, organizzazioni segrete, strane bestie, missioni letali; e appena uno si prende un minuto libero, ecco che arriva un pirla che si fa chiamare “Uomo Misterioso” che dice “Lazz.. Volevo dire Shepard alzati e camm.. stermina ogni minaccia all’umanità!”; come per dire che neanche nella morte si trova il riposo!

Come potete dedurre (se ne avete sentito parlare) ciò di cui parlo ora è il gioco Mass Effect 2 di BioWare; un buon “gioco di ruolo d’azione” e ciò indica un gioco d’azione con elementi dei gdr. La storia è piuttosto semplice, i Razziatori vogliono ancora distruggere ogni forma di vita, e così mandano i loro cagnolini a legnare il genere umano; nel frattempo l’eroe che aveva salvato baracca e burattini nel primo gioco (“You mean that this is a sequel?!?!”) ha tirato le cuoia; come fare? Ci pensa Cerberus, organizzazione razzista pluritrillionaria che finanzia la tua ressurrezione.

Il comparto tecnico è buono, tenuto su da un inedito motore grafico … esatto proprio l’Unreal Engine 3!! (Spero che la situazione si smuova con l’arrivo dell’idTech5 ma fino ad allora… ).

Di buono, questo gioco come Dragon Age, ha il continuo supporto del produttore e la continua estensione dell’esperienza di gioco tramite rilascio di DLC; per la maggior parte gratuiti per chi ha sfruttato il codice “Cerberus Network” presente in alcune confezioni di gioco.

In se il gioco non è malvagio anzi (dopotutto BioWare è per i giochi ruolistici quello che Chiquita è per le banane: una garanzia) solo che rispetto al primo episodio si è spostato un po più verso l’azione. Consigliato sia se vi piace sparare senza pensare, sia se siete ruolisti incalliti.


Where TCP Dares…

giugno 1, 2010

Che titolo stralunato e folle, cosa mai significherà, e di cosa parlerà un articolo intitolato "dove osa il TCP"?!?!? Se vi state ponendo questa domanda, allora non avete ancora capito che cerco sempre di dare titoli assurdi alle recensioni.. o forse l’avete capito e cercate di beffarmi fingendo il contrario…

Mah comunque sia questo articolo parlerà di protocolli, per la precisione del protocollo che trasforma ciascun giocatore in un novello Jack Bauer, con annessa sacca-della-morte-tm; sto parlando di quello che in inglese si chiama Alpha Protocol.

La longevità di questo titolo non è eccelsa, per essere un RPG, infatti si attesta sulle 15 ore di gioco; tuttavia è da sottolineare che ciò deriva dal fatto di mantenere la tensione per la durata del gioco (come nel più classico genere spionistico); sulla grafica non ho molto da dire, a parte "producetevi i vostri engine, pelandroni!" infatti il gioco si appoggia sull’onnipresente Unreal Engine 3, che sinceramente, pur essendo adatto al gioco e non mostrando sbavature, mi ha stufato: non è possibile che ogni dannato gioco si basi su questo motore.

La trama del gioco è probabilmente una delle cose più interessanti; infatti sembra di essere davvero intrappolati in serie di successo come "Mission Impossible", "Danger Man", e il più recente "24"; tradimenti complotti e corporation la fanno da padrone mentre voi correte in giro per mezzo mondo a seccare terroristi per evitare la terza guerra mondiale, dopotutto non c’é più molto tempo…

Il mio consiglio è di giocare questo titolo; in cui Obsidan Entertainment ha dimostrato che non sa solo lavorare su sequel basati su universi ben conosciuti (Star Wars KOTOR2, Neverwinter Nights 2, Fallout(3) : New Vegas) ma anche creare il proprio universo narrativo e renderlo credibile.

http://www.alphaprotocol.com/


Ritorno alle origini

Maggio 20, 2010

Dopo lungo tempo di inattività, ho finalmente terminato Dragon Age: Origins, e subito l’ho ricominciato.

(No oggi niente incipit idiotistici, mi dispiace).

Già dalla prima riga dovreste aver capito il mio pensiero sul gioco, la cui trama ci porta dapprima ad unirci ai custodi grigi, poi a sventare un piano per la conquista del regno e infine a distruggere un arcidemone; questo è il tanto atteso erede di Baldur’s Gate, e l’unico a portare avanti la sua eredità di RPG senza tempo.

La trama è ben articolata, i personaggi ben definiti, la strttura delle origini che si riperquotono su tutto il gioco è studiata nei minimi dettagli, e il motore di gioco è perfetto per questo genere.

Interessante inoltre la ripresa di un meccanismo già visto in The Witcher, ovvero delle conseguenze non immediate; che si propagano sia nel gameplay, che nel epilogo finale, ove potremmo scoprire che abbiamo dato potere ad un uomo ben voluto ma che porterà il suo popolo alla rovina; inoltre molto interessanti sono le interazioni con i compagni, che in base ad un "rispettometro" decideranno se rimanere nella compagnia o abbandonarla definitivamente.

Se siete amanti degli RPG (e parlo di quelli veri non di oblivion & co) allora questo titolo è un must; se non prediligete questo genere sugli altri, Dragon Age:Origins si rivela un gioco di un buon livello di difficoltà e dalla trama immersiva, adatto ad un weekend di gioco, ma non alle partitelle casuali da un oretta.

http://dragonage.bioware.com


Quando numero 5 vide Kill Bill.

aprile 20, 2010

Premessa, il titolo è tale in quanto durante il gioco mi soggiunse un illuminazione: " Se in Corto Circuito numero 5 invece di vedere i tre stooges avesse visto Kill Bill, il combattimento con gli altri robot sarebbe stato esattamente così!"

Il gioco in questione è "Plain Sight" il recente titolo dell’Indipendente Beatnik Games, il cui focus è sui combattimenti tra robot ninja impazziti; essenzialmente ogni robot ha bisogno di energia per vivere e diventare più powerful, ogni robot è katana-munito e sa che l’unico modo per avere energia è strapparla dal cadavere rottamato dei suoi fratelli.

Questa la base del gameplay che trova la sua ragion d’etre nel multiplayer online; per ciò che concerne il comparto grafico non ci si può lamentare: infatti i modelli sono ben curati e disegnati come un incrocio tra l’art decò e il fantascientifico; il sonoro pecca di originalità mentre i controlli sono abbastanza intuitivi.

A conclusione di questa recensione flash, posso dare un pollice su, tuttavia se si decide di comprarlo si tenga a mente che la longevità è pressoché nulla, ideale per qualche partita ogni tanto ma non di più.

http://www.plainsightgame.com/


DRM invasivo e pervasivo

febbraio 23, 2010

Uno degli argomenti degli ultimi giorni è il pesante DRM che Ubisoft imporrà agli utenti che decideranno di acquistare Assassin’s Creed 2 su PC, e successivamente ad ogni altro titolo che questo distributore pubblicherà su questa piattaforma; quello che mi sento di condividere è il pensiero che si rende da parte degli utenti necessaria un azione politica. Con azione politica non intendo qualcosa che riguardi i nostri governanti, o la loro distorta idea di “politica” come “partitica” e “conquista della poltrona”; ma qualcosa che riguardi il nostro vivere, e nel caso videogiocare, comune (politico dunque inteso come nell’ambito della “polis” globale). So perfettamente che a chiedere un boicottaggio verrei bollato come “estremista”, “pirata” o “pazzoide”; tuttavia vorrei analizzare il perché dichiarato di questa scelta di DRM, così come altre possibili motivazioni collaterali.

L’Ubisoft dichiara che tale sistema DRM, che per chi non lo sapesse prevede una connessione persistente ai loro server durante l’intera partita nonché la presenza dei salvataggi di gioco dislocati unicamente sui server del distributore, è atto a combattere la pirateria; tuttavia pensando a voce alta mi viene da ricordare che alcuni giochi sono stati più facilmente fruibili proprio ai cosiddetti pirati, mentre gli utenti si sono trovati innanzi a svariati problemi (qualcuno ha forse detto GTAIV?), dunque chi verrebbe leso da questo sistema i legittimi utenti, o i tanto infamati “ladri di bit”?

Taluni ritengono che sia un tentativo per eliminare il mercato dell’usato, in virtù che per controllare online l’originalità del gioco bisogna registrare un account ed associarvi permanentemente il codice seriale del gioco; virtualmente impossibilitando la vendita di tale gioco.

Dunque quale modo per evitare tale abuso, perché di questo si tratta? Ebbene ricordiamo il passato, quando BioShock uscì limitato a 3 attivazioni, l’intera comunità insorse e in buona parte si rifiutò di acquistare tale titolo fino all’annuncio di 2k del rilascio di un deactivator e di un estensione del numero di attivazioni pari ad infinito.

Vorrei anche fermarmi a riflettere, sui possibili futuri sviluppi di tale situazione, nel caso gli utenti non si pongano ad avversare tale sistema; a parte il certo sviluppo ed utilizzo per altri titoli di questo distributore, un possibile scenario è l’estensione di questo sistema ad altri distributori, rendendo di fatto gli utenti semplici affittuari dei giochi da loro acquistati, in quanto in caso di manutenzione dei server, o di sovraccarico degli stessi, o di problemi degli ISP si verrebbe disconnessi dalla partita senza preavviso e senza possibilità di salvare.

Di nuovo vi invito a pensare non solo alla vostra banda e alla vostra voglia di giocare ma anche alle libertà cui state per rinunciare nel caso vogliate prendere tale gioco.